Quando non capisci niente di vino come me, la prima (e unica?) cosa che cerchi in un bicchiere di vino è la dolcezza, e anche un po’ di sapore di frutta. In realtà, quando ordini un vino vorresti che ti portassero quanto di più prossimo al succo ci sia in casa. E in effetti, durante il primo incontro, quando Eliana e Daniele ci hanno fatto assaggiare di nascosto del mosto d’uva Chardonnay, mi era parso di bere il vino più buono di sempre.
Ma non è colpa mia, è una questione fisiologica, in fin dei conti. La dolcezza del latte materno è il primo gusto che proviamo appena nati e la passione per il dolce ci accompagna per tutta la vita. A quanto pare, lo zucchero può creare una dipendenza più forte di quella da cocaina. Non ci credete? Chiedetelo all’industria dolciaria.
Sarà stato per tutta questa dolcezza, sarà stato l’ultimo sorso di Marsala, sarà stato anche che in abbinamento ai diversi vini Eliana ci ha fatto assaggiare uno splendido panettone artigianale e un ottimo torrone di mandorle spagnolo, ma quando sono tornato a casa dopo l’ultimo incontro di avvicinamento al vino – quello sui vini dolci, appunto – mi sentivo un po’ estatico.
Durante la serata i miei fidati quattro bicchieri, anzi cinque, si sono riempiti di colori, consistenze e gusti inattesi. Ho avuto modo di provare sapori che mai avevo assaggiato (ok, per quello non ci voleva molto) e di imparare ancora qualcosa di interessante sul mondo del vino, partendo da quella categoria forse un po’ “snobbata” che sono i vini dolci.
Una degustazione al sapore di Natale
Soprattutto, la presenza inattesa di panettone e torrone sono stati essenziali per provare in prima persona l’efficacia di un abbinamento giusto e la debolezza di uno sbagliato. Un esempio? Se bere quelle due dita di Sherry con il panettone mi pareva quasi una tortura, combinarlo al torrone ha creato un insieme di sapori talmente bilanciato e piacevole che che alla fine, zitto zitto, quatto quatto, ci ho pure fatto il bis.
Allo stesso modo, provare la differenza tra un passito naturale e un alternativo “vino liquoroso“ è stato molto interessante: da una parte la piacevolezza di un gusto ricercato, morbido, delicato; dall’altro – sempre per quanto mi riguarda – un’alcolicità a dir poco fastidiosa. E pensare che, probabilmente, di “passito” ho sempre bevuto soltanto quella seconda versione.
Il dulcis in fundo del corso, alla fine, c’è stato davvero. E non è stata solo quella combinazione lussuriosa di Sherry e torrone, né quella altrettanto azzeccata di Moscato d’Asti e panettone. No, è stato tornare a casa consapevoli che, se messo davanti alle giuste combinazioni e a un paio di suggerimenti, anche chi non se ne intende può trarre dal vino un’esperienza piacevole e un bel ricordo. Ecco perché quest’anno regalerò una buona bottiglia di vino a mio padre, che certo non se lo aspetta, e anche un panettone a mio zio, che quest’anno ne ha passate tante e si merita un po’ di dolcezza.
E’ ora di tirare le somme
Da quando ho iniziato il corso di avvicinamento al vino non sono certo diventato un sommelier, né un buon conoscitore del vino, ma devo ammettere che durante le mie leggendarie pause pranzo ho ordinato qualche bicchiere di vino in più, giusto per provare a capirci qualcosa. E posso dire di apprezzarlo, nel mio piccolo, molto più di prima. Dal basso della mia poca esperienza, posso solo immaginare quale piacere provi un vero intenditore nel degustare un ottimo vino. Anche per questo aspetto con curiosità che si organizzi un nuovo corso… e chissà che l’anno prossimo, nella mia incasinata agenda, non riesca a infilare anche un corso di sommelier.
Posso soltanto chiudere questa serie di articoli con una considerazione che, forse, riassume quello che il corso davvero ci voleva insegnare. Dico sempre che avere la curiosità e l’umiltà di voler conoscere una persona è l’unico modo per capirla davvero, per tirarne fuori le qualità nascoste, per saperla apprezzare oltre le apparenze. Allo stesso modo, ora posso dire che conoscere la storia, le qualità e le vicende di un vino e di un cibo è forse l’unico modo per apprezzarli fino in fondo.
Per questo non dobbiamo mai smettere di essere curiosi.
Ecco i vini degustati durante l’ultimo incontro:
Moscato d’Asti La Caliera (ottimo con il panettone)
Malvasia IGP Francesco Intorcia
Losna 2013 IGT (questo lo regalo a papà perché è buono)
Sherry Pedro Ximenez (fantastico con il torrone)
Marsala Superiore DOP Heritage 2004:
Ed ecco le specialità natalizie abbinate:
Torrone Alicante
Panettone Artigianale al cioccolato
Panettone Artigianale classico
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!