Siamo abituati a bere un vino bianco, rosso o rosato nello stesso tipo di bicchiere, senza sapere che anche quest’ultimo varia nella sua struttura in base oltre al colore del vino, anche dalla presenza o meno di tannini, dalla tipologia, dal grado di invecchiamento o dai profumi del vino stesso. Possiamo dire che un buon vino lo si apprezza al meglio quando è servito nel calice adeguato. Questo perché un calice sbagliato stravolge il gusto di un vino, non lo rende riconoscibile e soprattutto rende disarmonico l’abbinamento al piatto.
La storia del bicchiere del vino moderno.
Il bicchiere da vino è stato inventato in Austria da Riedel di Kufsteisn la quale famiglia si dedicò dal 1756 al commercio del vetro. Una lunga generazione che porta Claus Riedel alla creazione di una linea di bicchieri diversificati in base alla tipologia di vino. Grazie alla collaborazione con un gruppo di sommelier italiani, agli inizia degli anni Settanta nacque la “serie Sommeliers”, eleganti calici di design che segnano l’inizio dei bicchieri che conosciamo al giorno d’oggi.
Come scegliere il bicchiere adatto
Esistono tanti tipi di forma e strutture differenti, però, tutti devono rispettare dei requisiti fondamentali comuni che il bicchiere da vino deve avere per valorizzare al meglio l’essenza del vino e poter apprezzare meglio i profumi, i colori e la limpidezza.
Il bicchiere deve quindi essere incolore preferibilmente di cristallo o vetro sottilissimo e con uno stelo di modo che vi sia la possibilità di impugnarlo senza che né l’odore, né il calore della mano interferiscano con il contenuto. La sua capienza è altrettanto fondamentale: i bicchieri devono essere in grado di contenere la giusta quantità di vino e allo stesso tempo consentire lo sprigionarsi dei profumi.
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