Descrizione
LO CHAMPAGNE DI UN GIOVANE, PICCOLO, “ARTIGIANO”
Tre ettari di vigne sul fronte meridionale del comune Grand Cru di Chouilly, a confine con Cramant (ove“sconfinano” alcuni suoi filari); è questo il piccolo fazzoletto di terra che Sébastien Daviuax, quinta generazione di “Vignerons”, ha ricevuto in dote dai
genitori. All’ attivo una manciata di bottiglie, sole 4.000 all’ anno, con un unico grande attore protagonista: lo Chardonnay.
Non potrebbe essere altrimenti visto che nel villaggio di Chouilly allo Chardonnay sono “riservati” oltre 500 ettari di vigna (il 99% della superifice comunale vitata). Un Village da sempre “frequentato” delle grandi Maisons, posto idealmente al termine della mitica Avenue de Champagne di Epernnay; di fatto le prime vigne raggiungibili dalla capitale mondiale delle bollicine. Sèbastien, studi enologici ad Avize, è giovane ma ha già le idee chiare. Il progetto, non dissimile da molti suoi coetanei, colleghi produttori compagni d’aula all’università, è quello di “rinnovare” lo stile dello Champagne.
La trasformazione, non certo indolore nel passaggio generazionale padre/figlio, punta su una decisa diminuzione dei dosaggi (meno zucchero alla sboccatura) e su una viticoltura che si prende dei “rischi” per andare incontro ad una conduzione delle vigne sempre più orientata al naturale.
All’attivo le vendemmie di una mano, Sébastien si gode oggi il riscontro di critica e pubblico per le prime bottiglie tutte “sue”. Di supporto al progetto vigne di vetusta età (con il gesso che sprofonda nelle viscere della terra), una tecnica di prim’ordine (attenta nella gestione della pur minima ossidazione) e la cantina di famiglia (formatasi in quattro generazioni di Recoltant).
LO STILE DAVIAUX: (AGRICOLTURA SOSTENIBILE)
Non è facile definire uno stile “univoco” per il comune di Chouillly. Le vigne della zona sud, verso Cramant (quali quelle dei Daviaux), regalano frutti di ottima maturità in cui le sensazioni di frutti tropicali si accavallano a quelle salmastre e di gesso, spesso molto percettibili. Da par suo Sébastien ama mettere in evidenza la “struttura acida” dei suoi vini, con dosaggi minimi, di anno in anno spinti sempre più in basso.
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